lunedì 28 dicembre 2009

Biografia e note critiche sull'autrice

Elvira Alberti è nata a Messina e vive a Barcellona Pozzo di Gotto (Me). E' molto nota, in Sicilia e fuori, e riconosciuta dalla critica come poetessa di certo talento; ama tanto scrivere versi, per lo più ispirati, per la sua innata sensibilità e l'estrema voglia di partecipare agli altri il proprio pensiero, universale, che traduce in liriche a volte struggenti e coinvolgenti.
ha pubblicato negli anni i seguenti libri: "Voli spezzati, "la caduta del tempo", "Attimi", "Voci", "Orme", "Risacca", "Luce", "Il battello di carta", "Schegge". E' presente, con sue liriche, in numerose antologie di vari autori nazionali e ha al suo attivo diverse recensioni, l'ultima in ordine di tempo pubblicata su "Calabria Letteraria".
Collabora con riviste di cultura, arte e spettacolo e ha partecipato a numerosissimi concorsi nazionali e regionali, conseguendo lusingheri consensi e vincendo tantissimi primi premi.

Giuseppe Stella



Note critiche sull'autrice. Hanno detto di lei


Giuseppe Pellegrino, Editore Spes
La poetessa vive intensamente e ricrea in congeniali frammenti poetici l'alta sua avventura esistenziale.

Filippo Russo
L'Alberti è dotata di fine sensibilità in grado di rivelare, con tocchi illuminanti e linguaggio attento e ben dosato..., finanche le pieghe più nascoste dell'animo, la vena segreta dove scorrono le emozioni profonde, che, una volta venute alla luce, dichiarano il modo più vero ed esclusivo di essere dell'autrice; mai banale, mai legato ad un stereotipo che ne possa soffocare la genuina straripante ispirazione. Semplice nell'impianto ed indulgente ad un tono colloquiale, la poesia di Alberti non scivola nell'ingenuità ma, in momenti più intimamente sofferti, raggiunge esiti felici grazie ad una vena elegiaca che sgorga con commosso ed indomito rimpianto dalla sua anima.

Giuseppe Stella
La poetessa si nutre delle esperienze passate ed esprime spesso concetti profondi sul suo vissuto, a volte burrascoso e tormentato, ciò che le crea sofferenze intime che accentuano la sua vena creativa, la spiritualità evidenziata in trame solitarie riguardanti le esperienze passate e attuali. Elvira Alberti indaga spesso sulle condizioni dell'esistenza, traccia enigmi che colloca ai turbamenti dell'inconscio, raccogliendo ritualmente i cocci di una vita vissuta nel corso dell'inesorabile scorrere del tempo.


Giuseppe Anania
Il verso di Elvira Alberti è una "scheggia" vestita di gioiosità e malinconia, di serenità e inquietudine, di luce solare e bagliore lunare, di determinazione e fragilità, di fede e preghiera in una dimensione di sogno e realtà. E' un verso-scheggia che dice, sussurra, invoca, avvolge e coinvolge mediante una sintesi stringata espressa da un linguaggio misurato, essenziale e nel contempo icastico. Un verso-scheggia, sgorgato dall'animo schietto e dalla fantasia effervescente di una premiata poetessa del nostro tempo, che lascia il segno in chi desidera essere "uomo...in grado/ di far rinascere,/ dalle rovine del passato,/ un mondo nuovo".
Intense parole di speranza scritte sulla coscienza dell'uomo moderno.

Poesie


Non ho nulla da dirti, stasera!
- Prima che cresca l’alba
vorrei risvegliare gli incanti,
non i rimpianti …
Ma se sto in ascolto,
sul selciato,
odo, lenti, i tuoi passi.
Pagine di ricordi
sul pendio dei pensieri …
Immagini, briciole di vita,
templi della notte,
bianche colonne sommerse dall’onde …
… Prima che cresca l’alba.

* * *
Un colpo sull’incudine del Tempo
frantuma il Silenzio.
Curve dell’infinito,
linee nello spazio siderale
s’intrecciano
come mani in preghiera.
Schiere di angeli s’aggirano,
volteggiano
in verticalità di sogni,
nuvole colorate di sole,
forme simboliche …
… Fuochi d’artificio, forse …

* * *
Le ore.
- Sono battiti del cuore
sul quadrante dell’anima …
- Semi di vita da vivere …
- Germogli …
- Cristalli del tempo
fioriti
nelle aiuole del giorno.

* * *
Solo il poeta
porta nel cuore
la voglia
di cambiare il mondo.

* * *
Occorre sopravvivere
pur se una linea come lama
ci sbarra il cammino.
Dura così poco la gioia!
Presto scadrà il Tempo,
signore della fretta.
Finché sei in tempo,
recita sulla “scena”
la tua favola …
… la metafora mal compresa.
Spiega l’indicibile.
Forse non ti capiranno,
ma tu provaci … almeno.

* * *
Vestirsi di ali piumate …
Spiccare il volo,
lanciarsi nell’aria,
nel vuoto, nel vento …
Scivolare sull’onde,
sul filo dell’orizzonte,
ove il sole si tuffa,
si spegne in mare …
Nuove lune
illumineranno la notte …
Nostalgico
il canto dei poeti …

* * *
Come fare i conti
di una vita?
Il totale? No, ancora no,
non ora.
Addendi … Dividendi?
Il prodotto manca.
Al di là di ogni risultato,
il conto non torna
se non c’è l’aiuto di Dio.
Dietro la porta attendi …
e Lui verrà:
Viatico di Luce.

* * *
Tutti gli uomini si somigliano:
deboli al dolore,
abbarbicati alla vita …
soli a combattere
come fili d’erba col vento.
Nel cerchio della mente,
nella geometria del vivere,
vanno per sentieri affollati,
e, fra voci ancora appese
alle pareti della notte,
raccontano di utopistici sogni,
forse mai sognati.

* * *
Ora, accanto a me
siedono le ombre …
Agitano i sogni …
accerchiano il pensiero.
Libera vaga la mente,
proietta ansie.
Vorrei andare
dove il pensiero riposa
e le cornacchie tacciono.
Non vorrei più udire
canti di guerra, rumor di ferraglie …
E, nella camera sospesa del pensiero,
ridisegnare nuovi percorsi di vita.

* * *
Mi ritrovo su un tracciato
nuovo … sconosciuto …
- Un incrocio oscuro di vie …
di ricordi.
- un itinerario senza meta!
E continua ad infierire il vento …
… la pioggia … il freddo inverno.
Non posso annullare
ogni progetto di vita;
la luce del nuovo giorno
m’invita a continuare.
- Non è ancora assediata
la città del Sole!

* * *
S’adagia, stanca,
l’onda smemorata di sole.
Lo spartito del tempo
ha note sincopate … stanche …
Molte le pause!
Noi, ora guardiamo
verso la riva d’autunno …
E quando del cuore
tacerà il suo battito …
… le trame dei ricordi
saranno fatue, tremolanti fiammelle
oscillanti nel buio.

* * *
Fatemi raccogliere
i semi della Pace!
Sono caduti
sulla dura roccia
ove non fioriranno mai.

* * *
Quando il Deserto
non sarà più attraversato
dai carri armati …
e la sabbia non coprirà
più i morti …
Quando oasi di pace
saranno illuminati
dalla Luce delle coscienze …
Solo allora l’Uomo
sarà in grado
di far rinascere,
dalle rovine del passato,
un mondo nuovo.

* * *
Stasera …
Una luna piena
(impudica)
denuda la notte.

* * *
Stasera …
Una luna piena
(impudica)
denuda la notte.

* * *
SICILIA 2000

Antica terra di arabi e normanni,
dormi ancora assetata d’amore!
Il tempo, sospinto dalla noia,
tra pale di fichi d’India e siepi di more,
odora di piombo...
Ulivi, pioppi, pini,
si torcono
in vortici di vento.
Forse il cielo
non perdona a Prometeo
il suo furto di fuoco?
Antiche voci della mia Isola!
Vibrazioni di marranzano!
Profumi di zagare!
Non senti più nella sera
carovane di carretti,
instoriati dalle gesta di Orlando,
andare, cigolanti,
su strade polverose
mentre la luna piena
carezza i sudori del giorno...
Lento è stato il tempo
sulla via del riscatto!
Dio è nel cuore di questa terra.
Denaro e potere
Non sono traguardi di vita.
Il cuore dell’Isola
pulsa ancora nell’onda
che s’infrange e rinasce
sotto lo stesso scoglio;
nel fitto verde degli aranceti
tra gocce di sole coagulato,
splendenti colori di vita.
Tornano a sera i pescatori,
le reti colme di argentei pesci...
Mentre templi austeri e solenni
si ergono, immobili,
tra un candido fiorir di mandorli.
Il mio anelito d’amore
si spande su dolci trasparenze d’acqua,
azzurro specchio del cielo...
E tu, (forestiero)
se nel silenzio della sera
sentirai uno schioppo di lupara,
non pensare che questo
è un male tutto nostro...
Questa terra ha già subito lutti e inganni,
nessuno ha ascoltato la sua voce, il suo dolore.
Sicilia non è Mafia.
Essa è acqua , fuoco, vento,
tradizioni, bellezza, cultura,
profumi, suoni, canti e tanto,
tanto bisogno di speranza e d’Amore.


* * *
AL SIGNORE DEI MONTI

Non sono più imbiancati
i picchi pietrosi dei Nebrodi.
La primavera ha colorato i pendii,
e le mandrie coi teneri agnelli arabescano le valli.
Lassù ci sei tu, solitario Signore dei monti,
straniero e pur legato a questa terra
da infinito amore.
Nella tua casa il Tempo avvolge il calore della sofferenza;
nelle tue mani, le pene del mondo,
le incertezze, i dubbi...
Nel tuo cuore, comprensione, dolcezza, pietà...
E affidi al mistero, il domani.
Sarà metafora?
Forse, basterebbe solo un’illusione per farti coraggio...
Una spalliera di rose per appoggiare,
a sera, la tua malinconia, forse.
E mentre si smarrisce nell’enigma
l’ombra della mente, del sogno...
Ti appare la luce,
di ogni principio unico seme.

* * *
PROFILI

Profili, trasparenze d’acqua…
assenza di forme.

Indefiniti gesti, spazi delimitati
dal perimetro del nulla.

Attraversiamo terre di speranza
per confonderci coi frantumi del mondo;
oltrepassiamo spazi siderali
per raggiungere il cielo,
l’ignoto, il mistero…

-Perché questa convulsa ricerca?-

Sul finire del giorno
ci ritroviamo senza più argomenti
ad ululare come lupi alla luna…

* * *
MASCHERE

Cartapesta colorata.
Maschere!

Nascondono cuori desolati,
occhi di pianto velati…

Maschere!
Involucro dell’anima
che mima la gioia,
ride per smemorarsi
dall’amaro della vita.

Maschere!

Coriandoli di sogni.
Stelle filanti
attorcigliate
al destino di ogni uomo…

Maschere!

Noi.

* * *
L’AMORE, IL DOLORE DI DIO

Vedo, tra contorti rami d’ulivo,
le braccia d’un Cristo!

Sta come in Croce
scolpito in quel tronco di legno.

E radici… radici
che penetrano nel fondo dell’anima,
si allungano come ali
sull’universo…

Egli, dopo 2000 anni,
rinnova (ancora) la promessa
non corrosa dal tempo;
offre il suo spirito,
e sparge petali d’amore
su un mondo sordo
ai richiami di pace.

Quanti alberi! … Quante Croci!

Quanto è grande il Dolore, l’amore di Dio,
che soffre e abbraccia
la croce di tutti!

* * *
UNA GOCCIA

Una goccia,
sola,
impenetrabile,
si compatta con altre gocce,
fluttua,
si adagia,
respira,
palpita,
si rigenera nell’universo,
convive.
Gioca coi riflessi del sole,
scivola cristallina,
muta aspetto e carattere,
s’infiltra tra le zolle
e scompare.

* * *
VERRA’ L’AUTUNNO

Dopo la fiammeggiante Estate
verrà l’AUTUNNO:
rosso, scricchiolante
cimitero di foglie.

* * *
ARANCIO

Sempre verde quel ramo,
così carico di foglie
e frutti di sole…

* * *
Alla battigia,
orme sulla rena.
Sono solo le mie!

* * *
PREGHIERA

Queste mie mani,
cenere di fuoco
consumato,
si sono congiunte
per pregarti, Signore!

Un raggio di sole
è entrato nel mio cuore
e ho dimenticato il presente,
il passato, il dolore…

Ora la sfera della mia anima
È illuminata dalla tua grazia,
dal tuo sorriso,
dal tuo perdono.